
L'istruzione delle ragazze in Afghanistan
"Un milione e mezzo di ragazze in Afghanistan non hanno accesso alla scuola". È l'allarme lanciato da Catherine Russell, direttrice generale dell'Unicef.
"Un vero e proprio apartheid di genere femminile", lo definisce Simona Lanzoni, vice-presidente della Fondazione Pangea Onlus e da sempre coinvolta nella promozione dei diritti umani.

L'origine del divieto
I talebani – tornati al potere nell'agosto 2021 — hanno proibito alle bambine afghane di frequentare la scuola oltre il sesto grado (l'ultimo anno della primaria). Un divieto che, nel marzo 2023, è stato poi esteso anche al livello secondario e all'università.
I leader talebani hanno affermato che l'accesso all'insegnamento per le donne "verrà ripristinato solo quando il programma scolastico sarà totalmente rimodellato nel rispetto delle linee islamiche".
I dannosi effetti del divieto
La mancanza d'istruzione ha conseguenze dannose.
Dal punto di vista della salute, può portare a problemi fisici e mentali, infatti il loro sviluppo cognitivo rallenta.
Ma l'assenza di istruzione non danneggia solo le ragazze, influisce anche sull'intera società: aumenta la povertà, rallenta lo sviluppo economico e aggrava la crisi umanitaria in Afghanistan.
L'istruzione, inoltre, aiuta le ragazze a proteggersi da rischi come i matrimoni precoci e la malnutrizione, e le rende più resistenti a disastri naturali come siccità, terremoti e inondazioni, spesso frequenti nel Paese.